Santella Sant' Apollonio

La «Santella del mestolo», dove scorre sempre l'acqua

 

In località Cocca c'è una chiesetta dedicata a Sant'Apollonio, fuggiasco a Lumezzane nel I secolo d.C. e la leggenda narra che da quando egli tocco una roccia lì messa, cominciò a zampillare acqua sorgiva. E tutt'ora l'acqua continua a scorrereSulla Cocca - a 830 metri di quota - all’ombra del monte Conche, campeggia «Ól Hantèl de la Caha», chiesetta dedicata a S.Apollonio.

È incerta la data della costruzione della santella, ma si può ragionevolmente presumere  fine del Settecento o inizi dell’800.

Per secoli, chi saliva in Conche, sostava ad abbeverarsi alla sua fonte perenne, ammantata da una leggenda popolare e tramandata puntigliosamente fino a qualche decennio fa.

Oggi ól Hantèl è proprietà privata di Angelo Battista Ghidini, discendente della famiglia dei Gnade, il quale ne ha attenta cura, tanto che i nuovi lavori sono stati eseguiti a sue spese. Non solo, lo stesso Angelo Battista Ghidini ha provveduto alle opere di bonifica attorno alla santella - su progetto dell’architetto Giovanni Nespoli - volte a scongiurare pericolose infiltrazioni di umidità.

Perché Hantèl de la Caha, ossia Santella del mestolo? Bisogna risalire alla leggenda che narra di S. Apollonio, quarto vescovo di Brescia (di cui, fino al XV secolo, fu protettore unitamentea S. Filastrio) fuggiasco a Lumezzane, intorno al 120-130 d.C., e inseguito dai persecutori inviati dall’imperatore Adriano.

Dopo aver catechizzato la popolazione, salì la montagna seguito da numerosi fedeli, tra cui i futuri martiri Faustino e Giovita. Giunti a metà costa, in località Cocca, i presenti insistevano per essere battezzati, ma in quel luogo non vi era acqua. Allora il vescovo Apollonio, col suo bastone, colpì la roccia che si aprì e lasciò zampillare il prezioso liquido.

In effetti, la santella ha sempre donato acqua sorgiva: fino agli Anni Settanta nasceva in un pozzetto rettangolare sul pavimento della santella. Per bere, bisognava raccoglierla con un mestolo (la caha) di ferro; da qui la denominazione. Poi venne intubata per sgorgare da una fontanella, sotto il porticato, a fianco dell’inferriata che protegge l’interno.

La caha c’è sempre, ma... aggiornata: è inox. Ól Hantèl ha soffitto a botte, affrescato con due putti e due angeli in volo. Sopra l’altare la pala raffigurante S. Apollonio che battezza i giovani Faustino e Giovita. Tutte figure ben conservate grazie a puntuali restauri. Sulla parete di sinistra è raffigurato S. Fermo, protettore degli animali, a destra San Costanzo (sepolto nel santuario di Conche) in preghiera. Affreschi appena leggibili, tolti dalla crosta sotto la quale erano stati sepolti.

L’acqua è sempre sgorgata per quanto imperversasse la siccità. E questo è avvenuto anche nelle scorse settimane Se non è un miracolo di San Apollonio (ma non fa male conservarlo poeticamente alla fantasia popolare, oggi tanto mortificata dall’imperante cinismo) lo è sicuramente della natura.

La suggestione è veramente accattivante, e non è un caso chela santella di Sant’Apollonio sia un luogo al quale i lumezzanesi sono molto legati per fede e tradizione.

di Fonte: Egidio Bonomi, «Giornale di Brescia», 4 settembre 2012