Guardando nel faldone dove tengo diverse relazioni mi capita spesso di soffermarmi su quella dell’ Ortles. E’ ormai qualche anno che l’ho fotocopiata dal libretto, e anche se non ho avuto ancora la possibilità di usarla è ormai sgualcita a forza di leggere e rileggere le diverse belle salite che ci sono in questa montagna. Ad inizio luglio mi telefona Davide dicendomi che avrebbe intenzione di andare sull’ Ortles per la cresta EST-SUD-EST per la via Hinter-Grat e, se voglio aggregarmi, di farglielo sapere entro pochi giorni. L’occasione è da non perdere, anche perché il tempo sarà sicuramente bello visto che non vuol decidersi a piovere. 
Quando richiamo Davide per dargli conferma mi dice che siamo in tre, io, lui e Giovanni, mi comunica inoltre che, dopo molte insistenze da parte di Giovanni per bivaccare all’aperto senza sacchi a pelo, non ci appoggeremo al rifugio Coston ma ci fermeremo in una zona riparata più avanti. Questo non l’avevo previsto, ma con le temperature alte non si dovrebbe stare tanto male, quindi pazienza. 
Così il sabato seguente, nel pomeriggio, siamo in partenza per Solda dove facciamo un po’ i turisti, ci mangiamo una pizza e poi saliamo verso il nostro posto bivacco. Oltrepassato il rifugio Coston seguiamo il filo della morena fin dove finisce e proprio quando il sentiero inizia a salire troviamo una zona abbastanza riparata dove fermarci. Io trovo una nicchia tra due pareti, Davide e Giovanni si sistemano in una depressione del terreno, prepariamo i nostri giacigli e buona notte. Beh, buona notte si fa per dire, la temperatura non è male ma dormire sulla roccia non è per niente comodo, così nei periodi di veglia possiamo ammirare uno stupendo cielo stellato. 
Alle quattro ci alziamo ma siamo parecchio indolenziti. Alla luce delle frontali riordiniamo le nostre cose e già i primi alpinisti ci passano accanto. Facciamo una colazione spartana, controlliamo di non aver dimenticato niente e partiamo. La prima parte della salita su ghiaioni instabili ci obbliga a procedere con estrema attenzione per non smuovere pietre che potrebbero colpire chi ci segue. Qualche sasso smosso da chi ci precede ci passa vicino ed arrivati sulla cresta vera e propria tiriamo un sospiro di sollievo. Proseguiamo con passaggi di II grado fino ad un tratto verticale ed esposto che sulla relazione è dato di III grado. 
Dopo un breve consulto decidiamo di legarci e per questo tratto progredire in sicurezza. La roccia non è molto stabile ed in certi punti è parecchio scivolosa. Oltrepassiamo alcuni ripidi nevai, superiamo l’ultimo tratto roccioso e finalmente siamo sulla cima. Il panorama è bellissimo, riguardiamo la cresta da cui veniamo per cercare di individuare quei passaggi esposti e delicati che ci hanno impegnato. 
Purtroppo non ci si può fermare molto perché la discesa per la via normale non è molto meno impegnativa dell’ Hinter-Grat. Scendiamo seguendo la traccia sul ghiacciaio fino al bivacco Lombardi dove, dopo un breve tratto su roccia, riprendiamo per l’ultima parte di ghiacciaio che finisce con un lungo traverso su un balcone roccioso. Ci sono parecchi alpinisti che stanno aspettando il loro turno per poter affrontare un lungo tratto verticale attrezzato con catene e noi ci mettiamo in coda. Arrivato finalmente il nostro turno ci portiamo alla base della parete. Dopo alcuni saliscendi arriviamo al rifugio Payer ed alla fine della via normale. 
Siamo completamente soddisfatti di questa bella salita e della discesa che non è stata per niente banale. Ma non è ancora finita: anche se ora è tutto sentiero, raggiungiamo con un largo giro il rifugio Tabaretta e, senza fermarci, continuiamo verso il parcheggio con un unico pensiero. Pensiamo al laghetto visto il giorno prima dove poterci rinfrescare e riposare prima del lungo viaggio di ritorno.
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