L’ultimo weekend di aprile 2003 è stato di certo il più insolito, uno dei più divertenti e ansiosamente atteso. La sveglia alle quattro preannunciava una lunga giornata, ma si stava per andare al mare per una magnifica arrampicata; il solo pensiero dava l’energia necessaria per abbandonare il caldo tepore del letto. Si prospettava un lungo viaggio in auto, ma l’ottima compagnia lo ha reso divertente fin dai primi chilometri. Arrivati a Finale Ligure il primo problema da risolvere era trovare una buona sistemazione per la notte. Attrezzatissimi, con tende, sacchi a pelo e perfino un fornellino, dopo qualche dubbio su un campeggio abbarbicato in cima ad una collina ai limiti del bosco, è stato saggiamente deciso per uno in paese, ma immerso comunque nel verde. Aspettando che tutti fossero sistemati, è stato tagliato un po’ di pane, salame e formaggio, tutto accompagnato da qualche bicchiere di vino; giusto per inaugurare questo weekend a lungo atteso. Finalmente tutti pronti per arrampicare! Con un occhio rivolto sempre al cielo, coperto da minacciose nuvole, abbiamo iniziato l’ascesa verso la cima.
Mentre stavamo arrampicando, due elicotteri hanno distolto la nostra attenzione da prese ed appigli; qualcuno in difficoltà su una parete poco distante, ma nessuno dei nostri. Dopo tanti mesi di attenta organizzazione sarebbe stata proprio una sfortuna! Terminata la via siamo ritornati in tenda; una doccia veloce e poi subito in cerca di una pizzeria. Quanta gente! Tutto esaurito ovunque. Mentre il mio stomaco iniziava a lamentarsi, qualcun altro già scambiava le persone per enormi bistecche e, di tanto in tanto, tentava di morsicare loro un braccio o una spalla. Finalmente la tanto agognata cena è arrivata e così, dopo avere rinfrancato il corpo con una buona pizza e qualche birra (che sembra non mancare mai fra i più appassionati climbers!), siamo tornati in tenda per un meritato riposo.
Era la prima volta che dormivo in tenda e devo ammettere che non è affatto scomodo. Sarà stato il materassino spesso, il sacco a pelo morbido e caldo o forse perché, a causa di una leggera pendenza del terreno, durante il sonno sono rotolata addosso a mio padre, riposando così su un enorme sandwich, fatto appunto di materassini, sacchi a pelo e… ciccia!
Il secondo giorno è stato il migliore. Dopo l’immancabile colazione, ci siamo avviati verso alcune falesie poco distanti. Quale emozione arrampicare mentre il mare alle nostre spalle ci osservava e le onde sotto di noi cercavano di raggiungere i nostri piedi! Poco distanti due delfini giocavano con le scie lasciate dai traghetti. Il rumore del vento si confondeva con quello dell’acqua, ed anche se si era in equilibrio precario, da quelle pareti non si sarebbe mai voluti scendere! Piuttosto di farsi calare, si sarebbe preferito fare un bel tuffo in quel blu così intenso ed invitante, ma era meglio evitare di cadere rovinosamente sugli scogli, magari proprio sopra a chi , concedendosi un piccolo riposo, si era appisolato immaginando di pescare un bel delfino e già preoccupandosi di come cucinarlo. Anche chi arrampica non vive di sola corda e roccia!
La sera, memori degli attacchi di cannibalismo accorsi a qualcuno il giorno precedente, abbiamo fatto un breve spuntino a base di pane, salame, formaggio, il tutto accompagnato con qualche bicchierino di Refosco; il vino non può di certo mancare! La ricerca di una pizzeria è stata più fortunata stavolta. Dopo avere cenato abbiamo fatto una passeggiata sul lungomare. Fra tutte le coppiette che passeggiavano, io, di certo, ero la più invidiata: non uno, bensì una decina di cavalieri tutti per me! D’altronde ero anche l’unica ragazza ad avere aderito a questa mini-vacanza! Peccato che dopo pochi metri alcuni si siano dispersi fra le onde perché, invece di correre lungo il bagnasciuga, si sono diretti verso il mare aperto. Sono certa che sono stati disorientati dal profumo della salsedine, non di certo dal dolce “idromele” col quale hanno brindato alla magnifica giornata! Il terzo giorno è iniziato con un filo di nostalgia. 
Abituata ormai a passare le giornate in compagnia, fra sole, mare e splendida roccia, pensare che a sera tutto sarebbe svanito, non poteva di certo rallegrarmi. Il sole caldo del mattino preannunciava una splendida giornata, che sarebbe stata in parte dedicata alla visita di un borgo antico. Non si può dire che i climbers amino solo la roccia; le inferriate di alcune finestre e i muri ruvidi delle case hanno ugualmente attirato qualcuno che, fortunatamente, ha poi deciso di proseguire camminando come tutti. Terminata la visita ci siamo diretti verso una falesia poco distante dove spendere le poche energie rimaste prima del ritorno a casa. Mentre il sole moriva alle nostre spalle, anche questo fantastico weekend si concludeva, rimanendo però indelebile nella mente di ognuno.
                                                 Paola

12