Les Calanques 25 maggio 2006 PRIMO GIORNO Partenza ore tre del mattino, gruppetto assonnato ma non troppo su auto carica all'inverosimile. Il viaggio, condotto dall'ottimo Luca è stato talmente veloce che, senza nemmeno accorgerci, eravamo già in Francia. Alle 10 del mattino, come da tabella di marcia arriviamo a Cassis e , in un lampo al camping "Le cigales": tende montate, bagagli sistemati. Era da poco passato mezzogiorno e stavamo già cercando un posto per arrampicare. Magico, anzi no, tutto pianificato da Davide e Luca che avevano passato ore a cercare i posti migliori da visitare. La meta del giorno era En Vou, uno dei luoghi simbolo delle Calanques. Arrivarci è stato meno comodo di quanto prevedessimo e nonostante avvezzi a lunghe camminate a fine giornata eravamo abbastanza provati. Per di più, tanta era stata la fretta di vedere la zona, che solo dopo un bel pezzo ci siamo resi conto di non aver toccato cibo dalla colazione e non ne avevamo negli zaini, quindi abbiamo patito la fame fino alle dieci di sera. Certo, ripensare alla camminata servita per arrivare alla nostra meta mi da i brividi; un percorso assolato su un terreno brullo e selvaggio tratteggiato da grandi fiori gialli e rosa cupo, pini marittimi cresciuti faticosamente tra rocce, aria salmastra, sole a picco e vento che ti porta via. Già, la colonna sonora delle Calanques è il vento, un vento caldo e violento come se non ti volesse lì. L'impressione che abbiamo avuto è che fosse il deterrente adottato dalla natura per lanciare il messaggio "qui non sei gradito". Ci è parso infatti di muoverci in punta di piedi su questo territorio che ha l'aspetto di un avamposto d'Africa. Ci siamo veramente resi conto di dove eravamo quando dopo tre ore di cammino siamo sbucati sulla baia di En Vou. Non esistono parole che possano rappresentare quanto i nostri occhi stupiti hanno ammirato e nemmeno le fotografie rendono merito e in quel momento la stanchezza è stata scordata ed è subentrata l'urgenza di arrivare giù. C'era solo l'imbarazzo della scelta, vie di tutti i tipi e per tutti i gusti con vista mare, e che mare! La scelta è caduta sulla Via delle Sirene, 5 tiri di corda impegnativi per me ma non troppo per gli altri ed il premio sulla cima è stata la sorpresa di una nuova prospettiva della baia sottostante: spettacolare! Nonostante fosse tardi e l'acqua gelata non abbiamo poi rinunciato ad un rapido bagno in quel mare prima di ripartire ed è stata la sferzata d'energia che ci serviva per affrontare il pesante ritorno. Erano ormai le dieci di sera quando ripuliti e rimessi a nuovo riuscivamo ad addentare un vero pasto dopo 24 ore di magri spuntini. Questo in un bel ristorantino sul lungomare di Cassis, paese affacciato su una bellissima baia che la notte prende un fascino unico, tutta sottolineata da luci e colorata da turisti impegnati a non fare assolutamente nulla.
SECONDO GIORNO
Chi ha detto che la tenda è un posto scomodo sbaglia, sopratutto se si è morti di stanchezza pare un letto di piume! Al mattino eravamo freschi e lanciati come razzi verso la prossima avventura. La meta era Rouche St.Michel, dovevamo quindi attraversare Marsiglia, itinerario scomodo perché si perde tempo ma non ci siamo pentiti della scelta. Quando siamo arrivati, dopo il lungo avvicinamento, il solito imbarazzo sulla scelta che è caduto su vie di due o tre tiri tutte a poca distanza da una enorme caverna che mi ha fatto pregustare la stupenda possibilità di una discesa in grotta, ma questa è un'altra storia anche se altrettanto godibile. Certo è che questa terra è veramente colma di sorprese e possibilità di avventure e brividi. Torniamo a noi, belle vie, ben chiodate, che riservavano ad ogni passo novità, curiosità, possibilità di provare le proprie capacità e lo spirito di iniziativa che caratterizza il popolo che arrampica e che non ha paura di faticare. Quando ci siamo dichiarati soddisfatti erano le sette di sera ed era sfumata la possibilità di fare un bagno in mare, non ci restava che rientrare per la cena. Passando da Marsiglia abbiamo notato un locale che portava "pizza" sull'insegna, la fame ci ha spinto dentro, sudati e sporchi come eravamo. Ci è venuto incontro una specie di buldozer vestito da pizzaiolo che ha dichiarato "solo panini" e dopo pochi minuti è partito su una Harley Davidson tutta cromata, vestito da motociclista, per consegnare le ultime due pizze. Tutto molto bizzarro ma, ridendo come matti, ci siamo fermati ugualmente accettando i panini che ci hanno servito poco dopo. Enormi panini accompagnati da birra, vino bianco e acqua a volontà, e tutto per pochi euro, doppiamente bizzarro. Verso le dieci abbiamo capito che era l’ora di chiusura quando il buldozer ha preso la sua moto ed un'altra simile, le ha parcheggiate al centro della sala da pranzo del locale ed ha abbassato a mezzo la serranda. Sempre ridendo, colonna sonora di questa bella storia, stanchi ma non paghi, ci siamo regalati pure una tranquilla passeggiata nel porticciolo vicino e raggiungendo il faro coccolati da una serata tiepida, abbiamo ulteriormente cementato la nostra amicizia con chiacchiere serie e facete occhieggiando il cielo così carico di stelle da non parere vero.
TERZO GIORNO
Altra mattinata che promette sole cocente e vento violento. Per colazione, come sempre, pane e salame; terribile ma la fame è fame! Partenza per Sormiou per una giornata di pareti corte ed energy. La sera prima avevamo già fatto un piccolo sopraluogo e scoperto una insenatura con spiaggetta e valle retrostante tutta circondata da pareti fattibili. La previsione era di poter arrivare alla meta praticamente in auto, ma all'arrivo il mattino dopo al primo tentativo di parcheggio scopriamo con delusione che non si può passare in auto. E' proprio vero che alle Calanques per divertirsi bisogna prima faticare e che è un posto per veri uomini! Scornati, quindi, siamo partiti a piedi ed è stata, nonostante tutto una camminata veramente godibile anche se in mezzo a cespugli di foglioline spinose che hanno torturato le nostre gambe già arrossate dal sole, e col solito vento che faceva addirittura perdere l'equilibrio. All'arrivo la decisione, "placche", placche a go go, facili, difficili, difficilissime, pareva di non stancarsi mai e ridendo e arrampicando siamo al pomeriggio. Decisione irrevocabile, ora basta. Il fatto è che quel mare li sotto, calmo ed ammiccante, pareva il richiamo di una sirena. Si faceva una via e poi un'altra ma l'occhio cadeva laggiù e pareva che quella specie di piscina azzurro chiaro ci chiamasse. Verso le due un po’ per la stanchezza e un po’ per il richiamo del mare siamo scesi alla spiaggia decisi a riposare fino al giorno dopo. La giornata è terminata passeggiando, dormendo, scrivendo e nuotando nell'acqua fredda e tonificante. Tornando ci siamo fermati nel locale della sera prima decisi ad assaggiare la pizza mancata. Cena buonissima sempre a prezzi veramente bassi e con un trattamento da buoni amici, il buldozer ci ha accomiatato dopo una buona dose di alcolici da lui offerti con grandi sorrisi. Possiamo dire che anche la gente del posto è socievole e molto ben disposta, pur non parlando troppo bene il francese abbiamo trovato sempre chi ci aiutava e capiva i nostri piccoli problemi logistici. Abbiamo finito la serata al campeggio mangiando melone e bevendo vino francese illuminati da candele che si spegnevano continuamente per il solito vento che purtroppo di stava portando via anche la nostra breve vacanza.
QUARTO GIORNO
Giorno di partenza, il metodo migliore utilizzabile per il rientro è stato deciso fosse il suddividere il viaggio di due. Partenza al mattino e fermata a Finale Ligure per un’ ultima arrampicata e poi ritorno nel tardo pomeriggio. E' stata la scelta giusta. Abbiamo quindi fatto sosta a Finale per la bella falesia a picco sul mare che si trova dopo Noli, il paese della farinata di ceci. Piccola calata in corda doppia, traversino da esperti veramente interessante ed all'arrivo scogliera con belle vie abbastanza lunghe e di varie difficoltà. Quindi avanti a contenderci la roccia con un mare un poco agitato e gabbiani arrabbiati per l'intrusione. Già, non penso siano poi molto abituati all'invasione umana i gabbiani che hanno eletto a casa quella bella scogliera. Ultime arrampicate, ultime foto, e progetti per le prossime mete, perché non vogliamo mai fermarci, anzi siamo impegnati a dare libero sfogo ai sogni ed ai progetti perchè la vita è bella solo se si sogna e perchè domani sarà il massimo e dopodomani ancora di più. Nel tardo pomeriggio partenza con negli occhi tutta la meraviglia accumulata e nel naso i profumi del mare, della roccia selvaggia, dell'erba quasi arsa dal sole e nei muscoli tanta fatica desiderata e cercata quasi con ansia, molta determinazione e testardaggine. Marina Livella
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