E' martedì sera e come di consueto il gruppo GAL si ritrova in sede C.A.I. Tra una foto e l'altra esce il nome della Presanella (3.558 metri) che io personalmente non ho mai salito. Visto che mi ha sempre affascinato, mi avvicino ai miei compagni che discutono la possibilità di salire lo spigolo nord est. In cuor mio mi chiedo se sarò all'altezza visto che non arrampico assiduamente (2-3 grado per 500 metri di dislivello), ma mi convinco visto che non ho avuto problemi sulla cresta ovest del Carè il mese scorso. Tutto deciso, un'occhiata al tempo e ci si accorda per domenica 18 luglio. Il ritrovo è alle piscine nel tardo pomeriggio di sabato. Il gruppo è composto da Marco, Davide, Loredana ed io naturalmente. Caricata la macchina partiamo per la Val Nambrone a circa 2.008 metri dove termina la strada. A metà valle, con nostro stupore, incontriamo dei vecchi amici ed anche loro con la stessa meta. Non saremo soli sulla via! Montata la tenda ci chiediamo se avrebbe retto in caso di pioggia, ma Marco ci rassicura "ha solo 15 anni!!!". Prima di coricarsi un ultimo sguardo al cielo, il tempo non promette niente di buono ed, in effetti, un violento temporale ci sveglia e ci fa veramente preoccupare di sentirci galleggiare sui materassini. Sveglia alle 4.00 e piove ancora; verso le 5.00 sembra che il tempo migliori, facciamo colazione, mettiamo i sacchi a pelo fradici in macchina e alle 6.00 partiamo di buon passo visto che ci aspettano ben 1.550 metri di dislivello. Arrivati al Rifugio Segantini (2.373 metri) verso sud scorgiamo la nostra cresta. Giungo velocemente alla vedretta e vedo in lontananza due cordate, chissà forse i nostri amici... Attendo i mie compagni ed incominciamo a risalire la morena. Tra sassi traballanti, neve scivolosa e terreno fangoso arriviamo alla Bocca d'Amola  (3.070 metri). L'aria si è fatta pungente e dopo un veloce spuntino mettiamo imbrago, caschetto e, con la picca in mano, seguiamo Davide facendo molta attenzione su passaggi non semplici tra neve, ghiaccio e massi instabili. Ci spostiamo sul versante nord ed il tempo muta ancora; da un bel sole primaverile ad un freddo invernale. Giungiamo a una selletta e qui ritroviamo Giovanni e Marina, i nostri amici, alle prese con i primi passaggi impegnativi. Dopo i saluti ed uno scambio di opinioni io e Loredana proseguiamo mentre Davide e Marco si soffermano un po' con loro. Procediamo e tra un sasso instabile ed un passaggio delicato superiamo una cordata di 4 ragazzi. Ora viene il bello! Mano a mano che saliamo, le roccette sono coperte di neve fresca, ma la cresta non è difficile ed è molto divertente. Siamo già in alto, ci troviamo nei pressi dell'uscita della Nord e lì la pendenza su neve è proprio niente male. Ci mettiamo i ramponi e prendiamo la picca, Davide ci raggiunge da solo e c’informa che Marco salirà con calma con gli altri. Purtroppo arriva la nebbia che ci

preclude ogni visuale, tracciamo la via su neve non troppo compatta cercando di stare il più possibile sulla cresta fino a che, dopo un paio di dossi, Davide intravede la Croce di vet­ta. Sono quasi le 11.00, una stretta di mano, un bacio a Lore­dana e anche Marco, dopo poco, ci raggiunge. Ci sono ab­bracci e baci anche per lui. Un panino, la foto di gruppo e si decide di scendere dalla via normale alla bocchetta del Mon­te Nero. Appena superato il Bivacco Orobica incontriamo parecchi alpinisti in cordata impegnati sulla salita, alcuni im­precavano a causa dei passaggi impegnativi, ma probabil­mente esageravano.  Noi scendiamo con un po' di attenzione sugli sfasciumi, imbocchiamo un traverso ghiacciato e ci ar­rampichiamo fino su alla bocchetta, su roccette coperte di neve. Scendiamo velocemente fino ad un bel "canalino" di quelli che piacciono a me, da fare tutto all'indietro. Arriviamo alla Bocchetta Monte Nero grazie ad una lunga scala metalli­ca, qualche pezzo di cordine fisse e poi su una traccia quasi inesistente di sentiero molto franoso e ripido giungiamo al nevaio sottostante, ed infine, per altri nevai, giungiamo al Rifugio Segantini. Una sosta davanti a lemonsoda e birre e dico a Davide "certo che non l'ho mica visto il panorama, mi toccherà tornarci magari per la nord." Ripartiamo, arrivati infine alla macchina ci cambiamo e dopo circa  9.30 ore di camminata ci mettiamo in viaggio verso casa. Voglio ringra­ziare i miei amici e compagni per la bella giornata passata con loro e sopratutto grazie Gal di esistere.

      Stefano P.