Massiccio dell’Adamello, gruppo della Presanella, qui si trova il monte Cercen all’ombra della più blasonata ed ambita vetta principale che lo oscura e vede una moltitudine di cordate raggiungerne la vetta, mentre il Cercen rimane appartato e la sua povera e scarna croce è raggiunta da pochissimi alpinisti.
Tra questi ci siamo noi, sempre alla ricerca di itinerari nascosti dove è possibile ammirare il panorama in completa solitudine, ma anche realizzare splendide salite.
Molte volte ho osservato dal Passo del Tonale la vetta ed il suo versante Nord con il bel canale che porta diritto verso la cima.
Il primo tentativo è del 2005, fallito per mancanza di neve, e di quel fine settimana ricordo comunque il bel bivacco all’aperto; fu uno dei più esilaranti che abbia mai fatto ed io, Davide, Fabio e Franco ridemmo a crepapelle per una buona mezz’ora prima di addormentarci.
Anno 2007, secondo tentativo, questa volta si sale da Val Presena, accesso assolutamente sconosciuto, la decisione su dove andare dobbiamo prenderla già alle auto, non si può sbagliare, poche ore e sarà buio.
Si decide, imbocchiamo una stradina sperando sia quella buona, dato che le segnalazioni sono assenti. Fortunatamente è la via giusta e ci porta alla spianata giù nella valle; individuato il percorso dal basso risaliamo una valletta secondaria guadando innumerevoli volte un torrente su grossi massi con il condimento di una vegetazione bassa che impedisce il passaggio, operazione parecchio faticosa con gli zaini pesanti.Una cascata ci chiude la via, cosa si fa, Davide perlustra a sinistra e trova un passaggio che ci porta al di sopra dell’ostacolo; siamo sulla morena dell’antico ghiacciaio che scende a nord del Cercen e dopo una serie infinita e ripida di blocchi di roccia instabile improvvisamente ci ritroviamo davanti lo spettacolo della bastionata nord del Cercen e della Busazza insieme col nostro canale innevato al punto giusto e pronto per essere salito.
Col sole ormai tramontato, sulle sponde di un tranquillo laghetto e sovrastati dalle due enormi ali della morena, ognuno di noi si trova un posto per dormire. Materassino leggero, sacco a pelo, un ritocco al terreno ed in breve eccoci pronti. Risate a non finire per l’improbabile sistemazione ad “L” sopra ad un sasso di Samuele e sotto ad un cielo immensamente stellato che ci copre benevolo, Davide, Davide Jr, Francesco, Giovanni, Marina, Samuele e Stefano si addormentano o così sperano.
Sveglia di buon ora, lasciato il materiale da bivacco sotto a dei massi, si parte. I commenti sul bivacco sono tutti favorevoli anche se si è dormito poco, si calca la neve dapprima parecchio fonda, ma man mano che saliamo si fa più dura e dopo circa un’ora siamo all’imbocco del canale.Ci si alterna davanti, ma Samuele pare abbastanza ispirato e contento dell’avventura  ce la mette tutta per fare traccia; il canale non è molto ripido e cerchiamo a sinistra qualcosa di emozionante, troviamo alcune roccette che affiorano dalla neve e ci divertiamo parecchio.
In perfetta fila indiana saliamo fin dove il canale si allarga e sfocia a sinistra sul ghiacciaio della Presanella, la fine della prima parte è segnata da un fiabesco spuntone roccioso da noi molto fotografato; finalmente il sole ci inonda e ne approfittiamo per una sosta prima degli ultimi 150 metri finali che sono i più difficili e belli 
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A destra dell’uscita vediamo delle grandi cornici molto suggestive che delimitano la fine del canale, gli ultimi metri sono eccitanti e molto ripidi e sono solo visi soddisfatti che vedono Samuele prendersi l’onere e l’onore dell’uscita.
Come un consumato ghiacciatore pianta la piccozza al di là della cornice e, con un sorriso grande come il mondo, lancia un urlo liberando tutta la sua felicità. Esultiamo tutti, uno alla volta ricalchiamo le tracce e ci ritroviamo sulla cresta ad abbracciarci emozionati per la bella avventura che stiamo vivendo.
Si riparte, ancora quindici minuti e siamo in cima a 3280 metri di quota; come previsto siamo soli mentre in Presanella file ordinate salgono in vetta dal Denza.
Il sole splendente ed il panorama magnifico coronano questa due giorni iniziata con un bivacco che per alcuni era il primo ed ha visto la soddisfazione di tutti; la salita non è stata difficile, ma si è svolta in un luogo isolato come piace a noi.
Lunga sosta in vetta al tepore del sole e poi discesa per la normale fino ad imboccare un canale individuato durante la salita che ci riporterà al bivacco per un’ultima foto da spedizione Himalayana con alle spalle il canale che, per qualche ora, è stato solo nostro.
Auguro a tutti di poter vivere le stesse emozioni che noi proviamo ogni domenica; facile o difficile che sia la salita, l’importante è sicuramente andare.
	
              Ciao a tutti!     
Giovanni A.