Il mattino dopo partiamo presto, abbiamo già i ramponi ai piedi, insieme al gruppo si è unito Herman uno dei portatori che si mette in cordata con Pelo e Claudio, io sono con Amador la guida  e Enzo, un magnifico connubio siamo in sintonia, mentre Angelo, Tino e Beppe formano la terza cordata. 
Procediamo  battendo la pista, non ci sono tracce, non è una vetta frequentata, ma anche se lo fosse il vento cancellerebbe continuamente le tracce. Bisogna fare attenzione, a tratti affondiamo nella neve mentre in altri tratti la neve è ghiacciata, ma alcune spaccature del ghiacciaio mi portano a non distrarmi.
Più volte Amador mi richiama all’attenzione! 
Durante la progressione della salita assistiamo ad un alba spettacolare, certo il meglio è stato la sera prima all’osservatorio, Angelo non ha mai distratto gli occhi dal cielo, ma tutto era meritato.
Prima di raggiungere il Colle, dove prevediamo di arrivare per le ore 9,00,  nella conca a ridosso dei pendii decidiamo di fare una buca dove lasceremo le nostre ciaspole e i bastoncini che poi riprenderemo al ritorno.
Ma io ho bisogno estremo di fare pipì, non c’è un cumulo di neve che mi possa coprire, non c’è un masso che sporga da terra, solo una distesa di bianco;
gli uomini riescono a soddisfare i loro bisogni in modo più sbrigativo e io cosa faccio? 
Mi scuso con loro, ma chiedo di guardare la cima che andremo a salire mentre io faccio il mio bisogno.  Grazie!  
Prendendo in considerazione la situazione in cui mi trovo: legata alla corda con l’imbragatura, imbottita come sono giaccavento, pantavento, sottopantaloni ecc..  mi ci è voluto un po’ di tempo!
Si riparte! In breve siamo al colle, una piccola sosta poi è meglio ripartire subito. 
Il vento non permette di fermarti molto, mentre sei in movimento è meno fastidioso e riesci a sopportarlo, ma quando ti fermi ti dà fastidio dappertutto, lo senti che ti penetra nel corpo come un estraneo che ti tocca continuamente, ogni piccola parte del corpo scoperta è fastidiosa. 
Ora la salita si fa più impegnativa, la neve è  più consistente, il pendio è più ripido, lo spazio intorno a me si restringe. 
Amador mi richiama per stare più attenta alle sue indicazioni, ogni tanto sogno a occhi aperti distraendomi dalla realtà. 
Più volte cerco con lo sguardo di vedere Beppe quanto è distante da me, ma siamo abbastanza uniti e compatti, anche Pelo ha lasciato che Herman fosse primo di cordata in modo che lui non potesse poi superare “ Bravo Pelo ottima scelta se siamo una squadra insieme arriveremo” ! 
Il tempo in breve si guasta, Herman volge lo sguardo a valle  ed esclama che sta per arrivare la tormenta, ma non siamo ancora arrivati. Continuiamo a camminare sempre tenendoci a vista d’occhio, la nebbia ormai ha tolto la vista della vetta, procediamo a intuito, a tratti  la nebbia si leva lasciando intravedere  la dorsale che stiamo affrontando. Ora ci troviamo sotto una meringa, vorrei che la nebbia se n’è andasse anche solo  per 30 secondi per vedere con i miei occhi quest’opera lavorata dal vento: è una cosa colossale e io ci devo salire sopra, ma sopporterà il nostro passaggio? 
Ho l’impressone che al primo o al secondo colpo di rampone, tutto si sgretoli e si sciolga proprio come una meringa da pasticceria.
Osservo bene i miei compagni di cordata, più volte volgo lo sguardo a loro forse per rassicurarli che tutto procede bene, li sento sicuri e tranquilli.
Dentro di me c’è una  forza e una convinzione che mi porta a continuare, superato questo passaggio 100 metri sopra ci rendiamo conto che quella era  l’anticima. Qui un’altra meringa da superare, ma stavolta la neve è più friabile e i ramponi hanno difficoltà a trovare la presa, la neve si sbriciola solo al primo contatto. 
Con Enzo e Amador ci consultiamo un attimo per capire come procedere in quel punto,  facciamo sicurezza ad Amador mentre  supera questo punto, poi lui farà così con noi.
E’ fatta! Pochi metri siamo in vetta!

Tratto dal diario personale della spedizione 

								 Patrizia P.

DIARIO


SALITA

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Da:           Amador
Data:        xx/xx/xxxx
A:             Beppe.Bottani@xxxx.it
Oggetto:  Patagonia 2007

Una experiencia maravillosa entre un grupo de amigos en la tierra patagónica, donde pude entender que el verdadero espíritu de aventura supera los limites del sacrificio, los límites del genero y los limites de la edad (expreso esta frase en honor de mis queridos amigos de 61 años) (ENZO, FRANCO, TINO, ANGELO) y PATRIZIA la única mujer del grupo; quienes con gran valentía demostraron el espíritu joven de un montañista en todo momento ya sea lindas y fáciles o difíciles como la escalada al cerro Gorra Blanca, con clima característico de la tierra Patagónica,  donde vivimos el cambio climatológico. después de un espléndido amanecer que en el cual ascendimos vislumbrando la belleza escénica de los glaciares patagónicos hasta que a  200mts. de la cima alrededor de las 11:00am. Tuvimos un cambio brusco de clima; un viento moderado, llovizna y neblina densa que no podíamos visualizar a mas de 5 a 10mts por el cual en el descenso perdimos la huella y cambiamos de rumbo por barios kilómetros, para retomar la vía correcta todos dimos el esfuerzo máximo donde cada uno demostró mucha valentía, solidaridad, entendimiento y experiencia en la montaña el cual quiero resaltar como un medio muy importante que caracterizó al grupo, gracias a aquello, después de algunas horas de sacrificado y peligroso recorrido entre las grietas y las paredes de hielo conseguimos retomar la vía correcta y así llegamos a nuestra tienda.
Sólo describo esta pequeña parte de un mes de linda aventura entre las dificultades, cansancio, alegría y satisfacción. 
Guardo con mucho cariño este maravilloso e inolvidable recuerdo vivido en Patagonia entre mis queridos amigos  ANGELO BRESCIANI, CRESCINI FRANCO, PIERFRANCO, ADRIANO, ENZO BRUNORI, PATRIZIA PELIZZOLA,  GIUSEPPE  BOTTANI, POZZI GIACOMO.
																	Amador.
 


(Traduzione)
Un'esperienza meravigliosa tra un gruppo di amici nella terra patagonica, dove ho potuto capire che il vero spirito di avventura sorpassa i limiti del sacrificio, i limiti della generosità e limiti dell'età. Esprimo questa frase in onore dei miei cari amici di 61 anni, ENZO, ANGELO, TINO, FRANCO e PATRIZIA l'unica donna del gruppo;  con grande valenza hanno mostrato in ogni momento lo spirito sempre giovane di un alpinista, in quelli belli e facile o difficili come la scalata al Cerro Gorra Blanca, con clima caratteristico della terra Patagonica, dove  abbiamo vissuto il cambiamento climatologico. Dopo una splendida alba nel quale ascendemmo scorgendo la bellezza scenica dei ghiacciai patagonici fino che, a 200 mts. della cima, verso le ore 11:00am circa, avemmo un cambiamento brusco di clima;  un vento moderato, pioggia fine e nebbia densa che non potevamo vedere a  più di 5 o 10 metri.; motivo per il quale nella discesa perdemmo le tracce e cambiammo rotta per vari chilometri. Per riprendere la via corretta tutti facemmo lo sforzo massimo ed ognuno dimostrò molta prodezza, solidarietà, intesa ed esperienza di montagna. Voglio risaltare questo episodio molto importante perchè è quello che caratterizzò il gruppo; grazie a questo, dopo alcune ore di sacrificio e pericolo percorso tra i crepacci e le pareti di ghiaccio siamo riusciti a riprendere la via corretta e così arrivammo alla nostra tenda.
Descrivo solo questa piccola parte di un mese di una bella avventura tra le difficoltà, stanchezza, allegria e soddisfazione. 
Guardo con molto affetto questo meraviglioso e indimenticabile ricordo in Patagonia tra i miei cari amici: ANGELO BRESCIANI, FRANCO CRESCINI, PIERFRANCO ADRIANO, ENZO BRUNORI, PATRIZIA PELIZZOLA, GIUSEPPE BOTTANI, GIACOMO POZZI.
																	Amador.

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